Conseguenze delle varici

Ulcere, Eczemi ed altre Lesioni Cutanee: Terapia di cura e di mantenimento

Quando non trattate per lungo tempo, le varici possono accompagnarsi a complicanze legate essenzialmente alla stasi venosa:

– Eczema: La pelle si presenta arrossata, coperta di piccole vesciche, umida, il tutto accompagnato da prurito insistente. Il grattamento conseguente causa piccole ferite che stimolano e diffondono l’eczema. La lesione in genere comincia attorno alla zona del malleolo, spesso si ritrova in corrispondenza dei gavoccioli varicosi.

Le pomate usate per curare il problema causano spesso allergia che aggrava la malattia della pelle. Le lesioni possono diffondersi ad altre zone ed a tutto il corpo specie se le piccole ferite si infettano.

La cura consiste nell’eliminare la stasi venosa (compressione con bende), nell’applicare cortisonici sulla pelle, nell’evitare il lavaggio per qualche giorno.

– Dermatosclerosi: Presenza di placche indurite sotto la pelle della zona attorno al malleolo interno, più o meno circoscritte, ma a volte estese tutto attorno alla parte distale della gamba. [Guarda immagine]

La stasi venosa, in questi casi, associata alla stasi linfatica, fa sparire il tessuto grasso che si trova sotto la pelle e lo sostituisce con tessuto fibroso infiammato. La pelle progressivamente si atrofizza, si infiamma periodicamente, può aprirsi (ulcera varicosa), si macchia per deposito di pigmento bruno.

La terapia consiste nell’eliminera la causa della stasi venosa con l’uso, per molto tempo, di compressione con bende e calze.

– Ulcera Varicosa: Ferita per lo più al 3° inferiore della gamba, sulla faccia interna, che non tende a guarire spontaneamente. In genere  conseguenza di un piccolo trauma, su una pelle già edematosa, arrossata, atrofica a causa della stasi venosa. [Guarda immagine]

Le ulcere possono essere del tutto asintomatiche , ma anche molto dolenti, quando presente una infezione.

Le ulcere possono guarire con la compressione mediante bendaggio prolungato e paziente. Sono meno importanti le cure dirette sulla ferita; non esiste infatti la pomata miracolosa che le fa guarire.

E’ fondamentale invece l’azione di spinta sulla circolazione venosa ottenuta con: trattamento delle varici, bendaggio, deambulazione, declivoterapia.

– Tromboflebite: Arrossamento ed indurimento doloroso di un tratto di vena varicosa; può avvenire spontaneamente o come conseguenza di un trauma o di una immobilizzazione a letto. [Guarda immagine]

Quando molto estesa, può diventare pericolosa se interessa anche le vene profonde (pericolo di embolia polmonare). Il trattamento si basa essenzialmente sugli anticoagulanti (iniezioni di eparina sottopelle), sulla compressione mediante bende adesive specialmente sulla sede della complicazione (senza dimenticare il resto della gamba). Deambulazione e farmaci antiinfiammatori contribuiscono alla risoluzione del processo. La correzione della malattia varicosa eviterà successivi episodi flebitici.

Gli antibiotici sono inutili, il riposo a letto, trattamento in uso in passato (ma non solo),  particolarmente dannoso potendo portare alla flebite delle vene profonde.

– Emorragia: A sanguinare sono in genere le piccole varici della caviglia, quando la pelle che le ricopre si assottiglia ed atrofizza fino a diventare un velo. Basta un piccolo sfregamento per rompere la parete; la forte pressione venosa dovuta alla malattia varicosa causa una impressionante fuoriuscita di sangue che si ferma immediatamente al sollevamento della gamba ed alla pressione con un dito od un batuffolo di cotone sulla zona della lesione. Del tutto inutile e dannosa l’applicazione di punti sulla ferita come si vede ancora fare in qualche pronto soccorso.