Capillari e Vene Reticolari

Serie di sedute di iniezioni sclerosanti con liquido o con schiuma

Il 50 per cento delle donne (gli uomini se ne disinteressano al 99%) conosce il problema dei “capillari”.

In genere i pazienti parlano di capillari dilatati o rotti. Telangiectasie è il termine esatto. Si tratta di dilatazione delle venule dell’ultimo strato di pelle dovuta ad un aumento di pressione  o ad una tendenza familiare di debolezza della parete.

Quelle più dilatate e di maggior calibro in genere appaiono di colore blu, quelle più sottili di colore rosso. Si tratta sempre comunque della stessa malattia

Quasi sempre c’è al disotto una vena più grande (Vena “nutrice”) che non funziona bene e che causa l’aumento di pressione, ma non sempre è possibile metterla in evidenza.

In genere sono presenti simmetricamente su entrambe gli arti inferiori.

 

Possono essere isolate, cioè sparse disordinatamente e non collegate ad altre vene, oppure disposte a ventaglio (sulla coscia laterale), a fascia (all’interno del ginocchio), radunate a stella o in grappoli,  in genere con una vena visibile sottostante più grossa (vena reticolare).

A volte le talangiectasie  e le vene varicose sono presenti insieme ed hanno cause comuni.

Nonostante si tratti essenzialmente di un disturbo di tipo estetico, malte pazienti riferiscono sensazioni a tipo di bruciore o tensione, probabilmente legati  più al fatto di “vedere” una cosa che non piace, che ad un disturbo circolatorio.

Qualche volta le telangiectasie non sono innocue, ma sono il segno del cattivo funzionamento di vene più grosse (safena) o delle vene profonde. Per questa ragione è comunque necessario uno studio diagnostico (Eco-Doppler) che escluda tale origine.

 

Trattamento

Il trattamento delle Telangiectasie è apparentemente semplice: Basta iniettare nei piccoli vasi un liquido “sclerosante” ed è fatta. In realtà le cose sono un pò più complicate.

Intanto i pazienti devono essere informati che le piccole varici possono essere nascoste, attenuate, rese meno visibili, ma non eliminate totalmente. Inoltre è probabile che molte delle venule trattate prima o poi ricompaiano, o che se ne formino di nuove.

Il trattamento dunque deve avere dunque una fase iniziale, in cui si fa il lavoro più impegnativo, cercando di eliminare il massimo possibile. Una fase successiva invece prevede un lavoro di “mantenimento“, con sedute diradate ogni anno o due. In questo modo è possibile, con poco lavoro, tenere le gambe in ordine.

Se accanto ai capillari sono presenti vene varicose più grosse, queste devono essere eliminate prima (Flebectomia), soprattutto se sono le vene “nutrici” dei capillari.

Le iniezioni sclerosanti

Con un ago sottilissimo viene inettata nella venula una sostanza che provoca una leggera infiammazione che, guarendo, ottiene la “sclerosi” (chiusura) del vaso, e quindi la sua scomparsa.

Esistono vari tipi di liquido sclerosante in commercio tutti validi. Ogni flebologo ha la sua preferenza.

Alcuni di questi possono essere trasformati in schiuma. Questa ha il vantaggio di essere più efficace richiedendo una quantità di liquido  molto ridotta.

Ad ogni seduta sclerosante si eseguono 20-30 iniezioni fino a coprire una determinata zona utilizzando una quantità di liquido definita.

Il trattamento sclerosante va accompagnato ad una compressione con bende  della zona trattata, e con calze elastiche per tutta la gamba. La compressione rende più efficace la scleroterapia e limita gli inconvenienti (lividi, infiammazione, trombi)

Le telangectasie iniettate non scompaiono automaticamente tutte subito: alcune effettivamente spariscono, altre si attenuano, altre ancora rimangono invariate. Dopo 7-14 giorni è possibile rifare le iniezioni nelle vene “resistenti”, avendo sempre la pazienza di aspettare l’effetto.

Una gamba può avere bisogno anche di numerose sedute, intervallate da periodi di riposo. In questo modo si capisce che il trattamento completo è piuttosto lungo e va quindi calcolato in funzione della stagione.

Non sarà saggio quindi iniziare un trattamento impegnativo a maggio, perché troppo vicino alla stagione estiva, a meno che i capillari da trattare siano limitati.

Le iniezioni sono dolorose? Questa è una  domanda  frequente, legata ai racconti di antichi trattamenti sclerosanti fatti con sostanze molto forti. In realtà i liquidi in uso oggi sono praticamente indolori. Il dolore è minimo, e legato più alla puntura (ma l’ago è piccolissimo) che alla sostanza.

E’ vero che se si chiudono i capillari da una parte, se ne formano da un’altra? Anche questa domanda viene spesso posta. I capillari continuano a formarsi anche dopo il trattamento, ma non a causa di questo. Il risultato deve essere mantenuto con brevi revisioni quasi ogni anno.

Ma oggi non si usa  il Laser ? Il trattamento sclerosante a causa della sua lentezza, lunghezza, ripetitività ed a volte inefficacia, induce i pazienti a cercare metodi più veloci e “moderni”. Il laser è uno di questi, ma le sue promesse sono estremamente deludenti.

Infatti, a parte il maggior costo ed il dolore che provoca, il raggio laser lascia spesso piccole cicatrici chiare lungo la vena, non tratta la vena nutrice, può provocare pigmentazioni. Ma, soprattutto, sotto tutto questo spesso i capillari non se ne sono andati. Secondo molti flebologi quindi questo metodo promette molto ma ottiene poco (almeno per il paziente).